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venerdì 12 maggio 2017

Archeologia. La società degli Etruschi: Patriarcale, ma le donne partecipavano ai banchetti scandalizzando gli altri popoli europei. Riflessioni di Giovanni Caselli

Archeologia. La società degli Etruschi: Patriarcale, ma le donne partecipavano ai banchetti scandalizzando gli altri popoli europei.
di Giovanni Caselli


La società etrusca era patrilineare e patriarcale, tuttavia la relativa libertà della donna, che nella società etrusca poteva partecipare ai banchetti assieme agli uomini, scandalizzava gli altri popoli mediterranei che tenevano le loro donne in stretta clausura, come del resto accade ancora oggi nella maggior parte del Mediterraneo o accadrebbe ancora altrove se non fossero stati imposti regimi democratici nel XX secolo. Questo tratto culturale indica senza ombra di dubbio una tradizione massagetica, sarmatica o forse mitannica, originaria cioè delle steppe nord caucasiche, dove le donne, che almeno in guerra avevano gli stessi doveri degli uomini, furono dette
Amazzoni dai Greci.
In tempi storici gli Etruschi risultano essere il primo popolo in Italia ad aver costituito uno stato con residui di forme istituzionali tribali. La monarchia stava al di sopra di ogni altra forma di organizzazione, con potere decisionale sulla vita o la morte dei cittadini. Questo potere è simbolizzato nell’arte etrusca dalla testa della Gorgone Medusa. Tuttavia le forze unificanti dello stato erano soprattutto la lingua e la religione che determinavano l’appartenenza di un individuo o di un gruppo al popolo dei Rasenna.
L’unità politica della società etrusca era, come in Grecia, la città-stato che gestiva un “distretto” o provincia. Abbiamo numerosi nomi etruschi attribuibili a varie cariche statali o amministrative, ma non è possibile capire a quali funzioni certi titoli si riferissero. Le città stato etrusche erano unite in tre confederazioni o “leghe”, ognuna delle quali si componeva di 12 città. Una confederazione si chiamava MECH ed ogni anno i rappresentanti delle 12 città che la componevano si riunivano in un luogo detto FANU per prendere decisioni di interesse comune ed eleggere il capo federale, chiamato LUCUMONE, che rimaneva in carica
per un anno.

La religione etrusca era politeistica e basata sulla credenza che ogni fenomeno naturale, sia esso meteorologico, geologico, naturalistico o altro, fosse una manifestazione del potere divino.
Questo potere era distribuito fra varie divinità direttamente agenti sull’uomo che tuttavia aveva la possibilità e il privilegio di influenzarle mediante riti, sacrifici, la recitazione di formule magiche ecc.
Analogamente alle divinità dell’Egitto quelle etrusche avevano omologie nel pantheon greco e romano. Le divinità più alte corrispondevano alle grandi divinità greche pre-olimpiche; queste potevano essere avvicinate personalmente e nulla si faceva senza prima ricevere un segno dalla divinità.

Questa religione venne in gran parte adottata dal popolo eterogeneo che formò il nucleo di Roma ed anche a Roma sia lo stato, sia l’individuo non prendevano alcuna iniziativa senza prima consultare gli dei mediante un intermediario, maschio (haruspex) o femmina (nethsra) che aveva l’abilità di “leggere i segni” degli dei. Il metodo più comune era quello di leggere tali segni nel fegato di una pecora sacrificata, praticando la “divinazione”, una tradizione di indubbia origine mesopotamica. Gli Etruschi credevano in una vita eterna nell’al di là e per questo erigevano tombe che, contrariamente alle case, erano costruite in modo tale da durare in eterno.
I centri abitati etruschi sono quasi sempre situati su sommità collinari, a volte fino ai 1000 metri di altitudine, oppure entro la confluenza di due fiumi e ben difesi da scarpate naturali, fossati e spesse mura di cinta.
Roma fu fondata da etruschi su suolo etrusco secondo il rito etrusco, di questo non vi sono dubbi. La città rimase etrusca a tutti gli effetti fino all’istituzione della repubblica che segna l’epilogo di una vera rivoluzione analoga a quella che porta alla formazione dei comuni nel medioevo.
L’architettura più antica a Roma dimostra che si trattava di una città etrusca identica alle vicine Falerii, Sutri, Cere, Tarquinia e, soprattutto, alla rivale Veio. Il sistema di drenaggio che faceva capo alla Cloaca Maxima tuttora esistente, è opera etrusca. Roma non si sviluppa dunque sotto una influenza etrusca bensì come città etrusca.

Fonte: https://tuttatoscana.net


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