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martedì 26 aprile 2016

Archeologia e natura. Gairo Taquisara, il paradiso terrestre è quì.

Archeologia e natura. Gairo Taquisara, il paradiso terrestre è quì.

Nel piccolo centro montano di Gairo Taquisara, in località Is Tostoinus, a circa 1.000 metri s.l.m., oltre alla presenza di vecchi Cuiles, particolari edifici rurali in pietra e legno che furono per secoli le abitazioni dei pastori sardi, è presente un complesso sistema di edifici pubblici, strutture funerarie, una fonte, canalizzazioni per l’acqua e capanne di epoca nuragica (XV-IX a.C.).
Attraversando il tacco calcareo coperto da un bosco di leccio si giunge in cima dove è ubicata l’area sacra Perdu Isu, con ripostiglio a cisterna e una serie di strutture funzionali alla conservazione di offerte votive e derrate alimentari destinate, secondo gli studiosi, a un santuario dedicato alle divinità del cielo. La roccia a strapiombo domina la vallata scistosa del Riu Pardu ed è costellata da immensi menhir naturali. L’itinerario inizia lungo il sentiero di Perdu Isu, in prossimità della diga artificiale che genera il laghetto Genna Orruali. Dopo 1 km si trova il capanno Is Tostoinus, realizzato su una
sorgente e meta ideale per una escursione naturalistica.

Al confine fra Gairo e Ussassai c’è un nuraghe realizzato con grosse pietre posizionate a secco. Dal terrazzo si nota che l’edificio è imploso, forse a causa di smottamenti causati poco più a valle dal passaggio di un torrente che, nella stagione piovosa, s’ingrossa notevolmente grazie all’apporto di una serie di rivoli provenienti dai picchi rocciosi circostanti. Un cedimento strutturale nella zona dell’ingresso ha provocato il crollo a valle di parte del nuraghe. L’ingresso tronco ogivale, architravato, è orientato a sud/sud-est. Una scala a sezione ogivale gira interna alla struttura e conduce al piano superiore. Perfettamente posizionate a croce rispetto all’ingresso si notano le cuspidi di tre grandi nicchie. Questo grande edificio è in 'comunicazione visiva' con altri nuraghi posti a coronamento della vallata. A pochi passi c’è la zona funeraria, al confine fra Gairo e Ussassai. La tomba principale mostra un corridoio funerario con pareti a ogiva e ingresso verso sud/sud-ovest, lungo 13 metri, 

La facciata e l’esedra racchiudono idealmente una piazzetta con diametro di 13 metri. Oltrepassata la zona funeraria, procedendo verso nord-ovest lungo il bordo del rio Flumini de Tula, a circa 900 metri di altezza, si giunge fino al villaggio, diviso in due settori: uno abitativo e l’altro artigianale. Decine di capanne circolari, e qualcuna rettangolare, si confondono fra le rocce naturali, in un bosco di lecci che ricopre completamente tutto il sito. Fra le altre, le più significative sono due grandi strutture circolari, del diametro interno di circa 6 metri la prima e 4.5 la seconda, funzionali alla vita pubblica del villaggio.

Foto di Cristian Mascia.


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