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giovedì 20 febbraio 2014

Saracu, Tzerac (c)cu «Servo», di Massimo Pittau

Saracu, Tzerac (c)cu «Servo»
di Massimo Pittau


Saracu, saraccu, serac(c)u, tzarac(c)u, tzerac(c)cu, cerac(c)u, tharac(c)u, therac(c)u, tarac(c)u, terac(c)u-a «servo pastore, servo agricolo», «domestico-a», dal bizantino sarhakinós «saraceno, schiavo saraceno» (già in Eusebio, Hist. Eccl. VI 42, 4, come Sarhakenós).
Anche nella Sardegna medioevale è documentata la presenza di schiavi saraceni, catturati come rivalsa per i cristiani rapiti dai Saraceni e venduti come schiavi nell'Africa settentrionale E pure sul piano linguistico sono documentati gli antroponimi.
Sarakinu e Sarakina, dai quali, in quanto interpretati come diminutivi, per retroformazione si sono avuti saracu e saraca col significato prima di «schiavo, servo-a saraceno-a» e dopo di «servo-a» in genere. Anche nell’antico italiano è documentato un appellativo saraco «musulmano spagnolo» (GDLI).
Sul piano fonetico è illegittimo opporre la mancata sonorizzazione della velare -k- nel logudorese e nel campidanese perché si tratta di un prestito bizantino che, in quanto tale, non doveva sottostare alle norme della fonetica storica del sardo come lingua neolatina. Sempre in epoca medioevale e in zone circoscritte e più esposte saracu ha preso anche il significato di «ragazzo, giovane», con uno slittamento semantico che trova esatto riscontro in vocaboli di molte altre lingue e parlate, i quali hanno appunto avuto e hanno contemporaneam. i significati di «ragazzo» e «servetto»: greco paîs, lat. puer, franc. garçon, ingl. boy, spagn. muchacho, ted. Knabe, napol. guaglione, ital. ragazzo (M.P., SSls 13-34; LCS I 113-136). Vedi sarahinu, teracchía.

***Estratto dall'opera di Massimo Pittau, Nuovo Vocabolario della Lingua sarda – fraseologico ed etimologico, edizione digitale accresciuta ed emendata, “Ipazia E-Books” (Amazon).

1 commento:

  1. L'etimologia delle parole dovrebbe essere insegnata insieme alla storia, è una miniera di informazioni! Per associazione ho pensato alla mia regione, il Tirolo del sud dove, ma anche nel Tirolo, si usa "servus" per salutare (soprattutto quando si incrocia qualcuno su per i sentieri di montagna. Inoltre, ancora negli anni '60, nel Veneto, la generazione di mio nonno era usa salutare dicendo "Sciao vostro", pronunciare s-ciao, chiara derivazione da schiavo. A Venezia c'è la riva degli Schiavoni.. Qui una spiegazione interessante sull'origine del nome "schiavo", anche se non definitiva. http://www.melegnano.net/memorie/memorie105.htm

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