Diretto da Pierluigi Montalbano

Ogni giorno un nuovo articolo divulgativo, a fondo pagina i 10 più visitati e la liberatoria per testi e immagini.

Directed by Pierluigi Montalbano
Every day a new article at the bottom of the 10 most visited and disclaimer for text and graphics.
History Archaeology Art Literature Events

Storia Archeologia Arte Letteratura Eventi

Associazione Culturale Honebu

Translate - Traduzione - Select Language

venerdì 8 aprile 2011

L'acqua...fonte di vita.


Il rito della pioggia
di Nicola Attalzu


Quando la siccità era molto grave si ricorreva a un rito più privato,segreto e ammantato di mistero che avveniva la notte del novilunio e veniva praticato,almeno secondo le testimonianze in possesso fino a oggi,solo da uomini. La pratica era in vigore in Sardegna ma si hanno notizie che fosse praticata anche in Corsica,pare sia molto antica e risalga al prenuragico: forse un antico ricordo di sacrifici umani per la pioggia apportatrice di vita.
Lilliu riferisce del rito a Bolotana dove, in una notte di novilunio,si prendevano dal cimitero da un numero dispari di uomini, un numero dispari di crani e si immergevano nell'acqua. I teschi dovevano essere rimessi al loro posto una volta iniziata la pioggia, perchè altrimenti si sarebbe causato un nubifragio. In Corsica e a Tertenia il rito dell'acqua era eseguito in gran segreto da alcuni uomini,i quali di notte si recavano all'ossario comune e sottraevano dei crani rigorosamente di uomini a grappolo: tre, quattro, cinque. Legavano i crani tra di loro con un giunco,in modo che non andassero persi,e poi li appendevano a un cespuglio nei pressi di un fiume.Se vi erano impedimenti, in un secondo tempo,senza arrivare al fiume i crani venivano immersi in una vasca d'acqua,di quelle usate in campagna dai contadini per raccogliere l'acqua piovana o dei fiumi per annaffiare gli orti, l'importante era che ci fosse sempre come elemento l'acqua. Se i crani trovati erano di bambini venivano immersi solo in un ruscello, due o tre giorni dopo,quando la pioggia iniziava a cadere copiosa, riportavano i teschi all'ossario. La mancata esecuzione del recupero dei teschi avrebbe comportato un nubifragio,con gravi danni alle colture e alle persone. Il rito era tenuto talmente segreto che nessuno fa i nomi degli esecutori,ma tutti sono concordi che cadesse una gran pioggia. Si vuole che l'usanza sia terminata intorno agli inizi del 1900,ma si hanno testimonianze che,seppur proibita, sia proseguita fino al 1930-1950.Oggi per la siccità ci si reca a pregare in chiesa, ma i più anziani si chiedono perchè non si ripristini il rito,visto che oggi la siccità è sempre più grave.Se si chiede loro perchè la cerimonia non sia più praticata sono quasi tutti concordi nel ritenere che la morte dell'usanza fu dovuta al fatto che i cimiteri oggi sono chiusi ed è reato profanare una tomba, e anche che chi conosce la cerimonia è oramai troppo vecchio per fare il temerario. Ma c'è una storia che circola a Tetenia per spiegare come mai il culto è svanito. Durante il dopoguerra tre ragazzi si recarono all'ossario per prelevare dei crani, il più giovane venne invitato a calarsi nella fossa delle ossa e riportare i teschi in superficie. Per gioco, i due ragazzi più grandi chiusero il più giovane nell'ossario, quando lo tirarono fuori la paura lo aveva inebito. La gente capì allora che la cosa si era fatta pericolosa e con i morti non si doveva scherzare. Come per il genocidio, là dove la Chiesa non riuscì totalmente a reprimere i riti ci riuscì l'asfissia per i tempi che cambiavano.Dicono tutti di non crederci più, qualcuno di non averci mai creduto però poi, forse era anche vero.
(dal libro "Stregoneria in Sardegna-processione dei morti e riti funebri)

Nessun commento:

Posta un commento