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mercoledì 4 agosto 2010

Tombarolo a Domus de maria

Imprenditore-tombarolo in trappola: confiscati migliaia di antichi reperti

Sequestrati a Domu De Maria dalla Forestale monete e preziosi di età punica e romana
Un duro colpo al traffico dei reperti archeologici tra la Sardegna e la Lombardia è stato inferto dagli investigatori dell'Ispettorato della Forestale di Cagliari e dai colleghi delle stazioni di Senorbì, Teulada e del nucleo Cites del Corpo forestale dello Stato di Milano. I ranger hanno scoperto e sequestrato, in un'abitazione di Domus de Maria e in una villa di Cologno Monzese, un'incredibile quantità di preziosi manufatti risalenti al periodo nuragico, punico e romano. Nella rete tesa sono finite tre persone: un imprenditore milanese, Roberto Pregnolato, di 39 anni, titolare di un'impresa per la bonifica di siti con amianto e per coperture con materiali ecologici; l'artigiano Pier Paolo Angioni, 48 anni di Domus de Maria, e Andrea Puddu, 47 anni di Senorbì. Sono stati denunciati per ricettazione di beni di provenienza illecita, danneggiamento al patrimonio archeologico, storico e artistico, violazione in materia di ricerche archeologiche e possesso illecito di beni dello Stato.
Durante le perquisizioni nelle abitazione dell'imprenditore e la casa di Angioni a Domus de Maria sono saltati fuori 1.350 monete antiche (alcune, di grande valore, con impressa la figura del toro e del sole su un lato, e tre spighe sull'altro, probabilmente coniate in Sardegna nel periodo di Amsicora), 850 reperti di bronzo e altri metalli, 18 vasi, 3 bronzi di epoca nuragica, 407 tra monili, spille, orecchini, bracciali, anelli, fibbie e altri oggetti pertinenti a corredi funerari, una statuetta votiva romana di circa dieci centimetri raffigurante forse la dea Minerva e Diana con faretra. Ma anche un magnifico scarabeo che l'imprenditore lombardo custodiva in una teca di vetro nel suo caveau.
L'operazione è scattata l'altra mattina verso mezzogiorno e mezzo a Funtana Bangius, attorno alle rovine delle terme romane nelle campagne di Ortacesus. Un sito che i forestali di Senorbì stavano tenendo sotto stretto controllo dopo aver individuato alcuni indizi che facevano pensare all'opera dei tombaroli. Puddu, Angioni e Pregnolato, armati di metal detector e piccozze, sono stati sorpresi a scavare nell'area archeologica. Avevano già recuperato alcune monete. E mentre i tre venivano accompagnati nella stazione, sono state disposte le perquisizioni, dopo aver chiesto anche l'aiuto del Corpo forestale dello Stato e delle Soprintendenze di Cagliari e Milano. Il sospetto di aver messo mano sul traffico clandestino dei reperti antichi è stato confermato quando i ranger hanno visitato le due abitazioni. Nella villa di Cologno Monzese, Roberto Pregnolato teneva nascosto il suo tesoretto. Materiale giudicato dagli esperti delle Soprintendenze di grandissimo valore storico e proveniente, con tutta probabilità, non soltanto da scavi fatti in Sardegna ma anche in altre regioni d'Italia. L'imprenditore, secondo quanto riferito dagli inquirenti, era sbarcato poche ore prima a Cagliari e anziché raggiungere la famiglia, in vacanza a Chia, si era subito diretto a Senorbì, dove l'attendevano i due tombaroli.
La maggior parte dei reperti sequestrati dalla Forestale sono però saltati fuori dalla casa di Angioni, sospettato di “occuparsi” con troppa insistenza di archeologia. E non per pura passione della storia. Nel suo appartamento, i forestali di Domus de Maria hanno sequestrato monete puniche e romane di periodo imperiale e repubblicano in buono stato di conservazione, asce nuragiche, un pugnale e una faretra votiva ma anche altre centinaia di pezzi unici.

Fonte: L'Unione Sarda del 4 Agosto 2010

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